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24.02.2025

Gravidanza e gatti

  • Toxoplasmosi

  • Sindrome del nido

  • Preparare il gatto all'arrivo del neonato

  • Benefici di crescere con un gatto

  • SIDS

  • Graffi

Gatti, bambini e gravidanza: sfatiamo i miti e viviamo serenamente!

Quando una donna scopre di essere incinta e ha un gatto in casa, spesso si sente dire di darlo via per il rischio della Toxoplasmosi. Questo è uno dei miti più diffusi, ma è davvero così pericoloso? E se un problema sottovalutato fosse psicologico? Inoltre, come può un gatto influenzare lo sviluppo di un bambino e come prepararlo all’arrivo di un neonato?

Iniziamo per ordine:

La toxoplasmosi è un'infezione causata dal parassita Toxoplasma gondii, che può essere pericolosa per il feto se contratta in gravidanza. Tuttavia, il rischio di prenderla dai gatti è molto più basso di quanto si creda. Il contagio avviene principalmente ingerendo carne cruda o poco cotta, frutta e verdura non lavate o attraverso il contatto con il terreno contaminato.

Per essere un reale pericolo, un gatto dovrebbe essere infetto (spesso accade solo se vive all'aperto e caccia), espellere il parassita nelle feci (cosa che avviene per un breve periodo) e la donna incinta dovrebbe toccare le feci contaminate e poi portare le mani alla bocca senza lavarle. Insomma, con delle basiche norme igieniche, tipo lavarsi le mani, il rischio è quasi nullo.

A sostegno di quanto sia difficile contrarre la toxoplasmosi, ci sono io di esempio: nonostante abbia avuto decine di gatti per tutta la vita, liberi di uscire senza alcun controllo sanitario e senza particolari precauzioni nel maneggiarli, quando ho fatto gli esami in gravidanza sono risultata negativa. Questo significa che non avevo mai contratto la malattia, rendendomi quindi un soggetto a rischio. Paradossalmente, la mia esposizione costante ai gatti non mi ha mai fatto ammalare, e con questo vorrei dar l'idea di quanto sia difficile il contagio.

Il vero problema secondo me?  La sindrome del nido.

Se la toxoplasmosi è un falso mito, c'è un aspetto che spesso viene sottovalutato: l’impatto psicologico di avere un animale in casa durante la gravidanza e dopo il parto. Molte future mamme sviluppano un’ipersensibilità all’igiene, che peggiora con l’arrivo del neonato.

Questo è parte del complesso di sintomi che si ha con la sindrome del nido, un istinto naturale che porta a voler creare un ambiente perfettamente pulito e sicuro per il bambino, si trasforma spesso in una vera ossessione, anche nei confronti dell'amato  gatto. I peli sul divano, la lettiera, persino il gatto che cammina sui mobili iniziano a infastidire. Ma il vero problema (per una gestante) è che i gatti non si limitano a questo:

  • Saltano nel lettino del neonato o sulla carrozzina, lasciando peli e microbi.

  • Camminano sulle cose del bambino, rischiando di sporcarle o rovinarle.

  • Salgono sui vestitini puliti stesi ad asciugare.

  • Giocano con la giostrina o con altri giochi del bambino, rischiando di romperli.

Dopo qualche tempo, però, l’ansia tende a diminuire. Nel mio caso, nel giro di 1-2 mesi ho accettato il fatto che i gatti sono fatti così e mi è passata l’ansia perfezionistica. Ho imparato a convivere con qualche pelo di troppo e a ridimensionare le preoccupazioni, capendo che un ambiente vissuto e sereno è più importante di una casa perfettamente in ordine, nemmeno la presenza degli ospiti mi spinge più alla ricerca di una casa perfetta. Con il tempo il legame con il proprio gatto si rafforza e diventa una presenza rassicurante anche per il bambino, nel mio caso qualche gatto in particolare si è affezionato a lei più di altri. Basta solo superare la fase iniziale con consapevolezza e pazienza.

Come abituare il gatto all'arrivo del bambino:

L’arrivo di un bambino cambia gli equilibri in casa, e il gatto, pur essendo parte della famiglia, potrebbe sentirsi messo da parte. È quindi importante prepararlo con calma per evitare stress, ansia o aggressività. Ecco alcuni suggerimenti:

  1. Fai conoscere al gatto l'odore del bambino: porta a casa un vestitino usato del neonato prima del suo arrivo, per abituare il gatto al nuovo odore.

  2. Mantieni le routine del gatto: non cambiare troppo le sue abitudini quotidiane, soprattutto pasti e sonno, per non farlo sentire escluso.

  3. Non isolare il gatto: per non instaurare gelosie.

  4. Esposizione graduale: lascia che il gatto si avvicini al bambino con calma, senza forzature, per evitare stress.

Gli effetti positivi di un gatto sullo sviluppo del bambino

Avere un gatto in casa può avere benefici incredibili per un bambino. Oltre a essere una compagnia affettuosa, aiuta lo sviluppo emotivo e sociale. I bambini imparano a riconoscere il linguaggio del corpo del gatto, sviluppando empatia e rispetto verso gli animali. Inoltre, il prendersi cura del gatto insegna loro delle  responsabilità.

Dal punto di vista della salute, vivere con un gatto può rafforzare il sistema immunitario e ridurre il rischio di allergie. L’esposizione precoce agli animali aiuta a sviluppare una maggiore tolleranza agli allergeni, come dimostrato da diversi studi.

Gatti e SIDS: un rischio infondato

Un’altra paura diffusa è che i gatti possano aumentare il rischio di SIDS (sindrome della morte improvvisa del lattante). Tuttavia, non ci sono prove scientifiche a supporto di questa teoria. Sebbene i gatti possano avvicinarsi ai neonati, è raro che si sdraino sopra di loro. I gatti tendono piuttosto a dormire accanto, senza costituire un pericolo reale, specialmente se vigilati. Nonostante centinaia di migliaia (fino a milioni) di casi di SIDS nel mondo dalla sua scoperta, in soli tre episodi la presenza di un gatto nella stanza ha portato ad accuse infondate. Tuttavia, in nessuno di questi casi è stato dimostrato un nesso di causa-effetto.

​Graffi involontari:

I gatti, soprattutto i cuccioli, possono involontariamente graffiare il bambino. Questo può accadere se, ad esempio, il gatto corre di scatto per scappare da un altro animale o durante ''i 5 minuti di follia'' (frenetic random activity periods, o FRAP), che è una fase in cui i gatti diventano improvvisamente molto vivaci, correndo senza un apparente motivo, ma con causa attribuibile all'accumulo di energie, iperattività da noia. È una reazione possibile ma rara, e difficilmente sono graffi che meritano attenzioni particolari se non una disinfettata. La pazienza e la consapevolezza che questi comportamenti fanno parte della natura del gatto aiutano a non viverla male, sopratutto la conoscenza, il riuscire a capire se un animale è realmente un pericolo o meno.​

Conclusione:

In generale, avere un gatto quando si ha un bambino in arrivo può essere un'esperienza meravigliosa, ma è importante prepararsi con pazienza e attenzione. Abituare il gatto ai cambiamenti senza stressarlo mantiene un’armonia familiare positiva. I benefici psicologici ed emotivi per i bambini sono impagabili ed un gatto è un compagno ideale che porta gioia, amore e tanti momenti divertenti!

Per un esperienza migliore si consiglia la lettura da pc.

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